I Barberini

 Tratto da Memorie Prenestine di P. A. Petrini 1796

 [Nel 1630] Costretto Francesco Colonna dallo sbilancio degl' interessi domestici conchiuse in questo anno con Barberini la vendita di Palestrina. Ne prevenne con lettera i nostri pubblici rappresentanti, non dissimulando il cordoglio di esser obbligato a spogliarsi di un così nobil retaggio de' suoi Antenati. Il contratto si celebrò ai sedici di gennaro, presenti due nostri Citradini di Casa Uberti, l'uno Maestro di Camera, l'altro Segretario del Colonnese: il prezzo convenuto fu di scudi settecentosettantacinquemila, compreso però Agido , una volta Castello, ora Tenuta chiamata Mezza Selva , come pure Corcollo, Castello anch' esso diruto appartenente ne' secoli scorsi al Monastero di San Paolo ; e compratore comparve il fratello del Papa, cioè Don Carlo, il quale nel giorno seguente fu, mediante un breve, dichiarato Principe di Palestrina ; ma siccome trovavasi in Ferrara, ove dopo qualche mese morì , non ebbe neppure il contento di portarsi in questa Città. Vi si portarono bensì, subito che a stagione lo permise, tutti i Signori della Famiglia, e nell' autunno lo stesso Urbano VIII, il quale partendo da Castel Candolfo il sabato mattina 19 di ottobre, avviò a questa volta, conducendo seco Don Taddeo, divenuto, per la morte del padre, Principe del Paese, ed i tre Cardinali della Casa, cioè il Cardinal Sant'Onofrio, il Cardinal Francesco, ed il Cardinal Antonio; ai quali si aggiunse il CardinaI Colonna, ed il Contestabile Filippo, che partirono da Marino per far corte al Pontefice (g) La giornata fu piovosa; ma ciò non ostante il nostro Pubblico spedì ad incontrarlo su i confini due. cento soldati a cavallo trecento fanti gli fecero ala nel passare la pianura ~ ed il Magistrato si umiliò a' suoi piedi innanzi alla Chiesa di Santa Lucia, ov'erano accorsi tutti i Cittadini, e fra questi un vecchiarello, che oltrapassava i cento anni, il qual fu dal Papa cortesemente accarezzato; ed è forse quello istesso, di cui narra Giacinto Gigli Caporione di Roma, che stando egli per sospetto di peste a guardar Porta San Giovanni nell' aprile dell' anno seguente, venne appiede da Palestrina in Roma, dicendo di aver centosei anni, e che suo padre era morto nella età di centoquattordici (h). Dopo però un breve trattenimento uscì il Papa dalla lettica, salì sulla sedia gestatoria, e si avviò al Palazzo Baronale. Ventiquattro scelti giovanetti presero da quel punto a servirlo, vestiti di uniforme in figura di paggio: il giorno seguente scese a dir Messa in Cattedrale: entrò nel Monastero ; dotò trenta povere fanciulle; e liberò tutti i Prigioni. Risolvè quindi dì andare a Genazzano, ed il lunedì sullo spuntar del sole, sopra un leggiadro palafreno s'incamminò a quella volta: passando per Cave il Contestabile gli. presento' le chiavi del Paese: nella pianura, che quindi s' incontra, trovò un campo schierato in ordine di battaglia,. composto di tre mila soldati a piedi ed ottocento a cavallo, cavati tutti dalle Terre Colonnesi. Don Prospero fig1io del Contestabile, che in figura di Generale aveva ivi spiegato il ricco padiglione, che spiegò in Lepanto Marcantonio il grande, al comparir del Papa scese da cavallo , e gli baciò il piede nell'entrare in Genazzano gli fece il Contestabile la solita presentazione delle chiavi. il Papa andò direttamente alla Chiesa della Madonna e celebrò in que1la sacra Cappella: salì quindi al Palazzo Baronale, e dopo aver desinato ed ascoltata una Orazione, ed alcuni Jambi, che in segno di gioja gli recitarono due figli del Con testabile, se ne tornò in Palestrina. Tutto il martedì seguente lo impiegò in ricercare ciò che v era di più pregievole nella Città volle vedere la Chiesa, ed il Convento tanto de' Carmelitani, che de' Francescani, e nel mercoledì appresso si restituì alla villeggiatura, e quindi a Roma. Ove appena giunto ordinò ventiquattro collane d' oro; vi fece appendere la medaglia ad onor Suo coniata nell'apertura della Porta Santa, e spedì con esse in Palestrina Monsignor Scannarola munito di' un breve segnato li ventisette de dicembre , acciò in nome Pontificio dichiarasse Cavalieri i menzionati ventiquattro giòvanetti, fre giandoli con quel nobile distintivo: funzione ch' egli solennemente eseguì in Cattedrale alla presenza di tutto i1 popo1o la mattina dei quattordici del seguente mese. Cinque di questi Cavalieri furono indubitatamente FuIvio Nofri , Famiglia, che aveva avuto nel secolo precedete un Cavaliere di San Maurizio e Lazzaro, Agapito Coalizzi, Fabrizio Vespa), Girolamo Jacovelli , e Giuseppe Maria Porto. Fra gli altri poi è assai; probabile, che vi fosse Francesco Picarelli, Natalizio Cecconi, Fortibrando Oppizzini, Leonardo Cecconi , uno di Casa Petitti, ed uno di Casa Salvati; attesochè li troviamo in quei tempi decorati col titolo di Cavaliere e colla insegna della colana d'oro.