La Cattedrale

La cattedrale della diocesi di Palestrina è dedicata a S. Agapito martire, un giovane prenestino cristiano, decapitato sotto l'impero di Aureliano, nel 274 E stata giustamente definita "storica cattedrale" perché le sue origini sono lontanissime: nasce infatti nel IV sec. a.C. come edificio civile, facente parte del complesso del Tempio della Fortuna Primigenia.

Divenne chiesa cristiana nel V sec.; per molto tempo conservò la forma originaria e precisamente fino al XII sec. quando il vescovo Conone, uomo del nord che aveva avuto modo di vedere grandiose cattedrali, ne volle una anche nella sua diocesi. La costruzione romana fu ampliata, venne aggiunta l'abside, le navate laterali e costruita anche la torre campanaria Causa la lotta di potere tra i Colonna e il papato, Palestrina fu distrutta nel XIII sec. per volere di papa Bonifacio VIII, e nel XV sec. per Eugenio IV. Appianate le discordie e messa fine al contenzioso tra i Colonna ed il papato, Palestrina venne ricostruita.

E così fu anche della cattedrale. Un papa l'aveva distrutta ed un altro papa, Niccolò V, nel 1452, ne autorizzo la ricostruzione che durò circa 35 anni. Palestrina ebbe di nuovo la sua cattedrale, mancavano però le reliquie del santo protettore che erano state portate a Corneto (ora Tarquinia), dal card. Giovanni Vitelleschi comandante l'esercito pontificio. Le reliquie ritorneranno a Palestrina, dopo molte vicissitudini, sotto il papato di Sisto V, ben 141 anni dopo il loro trafugamento. Dopo la ricostruzione, avvenuta nel XV sec., non vennero più eseguiti lavori di manutenzione e così la cattedrale, a poco a poco, raggiunse un livello di degrado, rilevante. A salvarla dalla rovina fu il card. Portocarrero, vescovo della diocesi prenestina dal 1698, che fece eseguire impor­tanti opere di risanamento e abbellimento.

In seguito, davanti all'ingresso principale, fu eretto un locale facente funzione di portico e loggia delle benedizioni, chiuso da una cancellata in ferro battuto sulla quale troneggiava lo stemma gentilizio del card. Pedecini. L'avancorpo copriva completamente l'originale facciata romana. Con il passare del tempo la cattedrale ripiombò in uno stato deplorevole.

Ora anche le condizioni igieniche lasciavano a desiderare, era stato disatteso l'ordine imposto in seguito all'editto di Saint-Cloud: a Palestrina si continuava a seppellire i morti nella cattedrale.

Il risanamento era necessario, urgente e doveva essere totale! Avvenne ad opera del card. Amat, vescovo prenestino che nel 1862 iniziò il rinnovamento continuato, poi, dai cardinali a lui succeduti.

Il restauro fu radicale: fu rimosso il tetto, demolite le volte, alzato il soffitto, aperte le finestre, lucernari e fu comperato un nuovo organo. La chiesa fu decorata da valenti pittori ed i lavori si protrassero fino al 1917: la cattedrale ebbe così la sua forma definitiva. Negli anni '60 fu demolito l'avancorpo per ridare alla costruzione il suo aspetto originario. E tornata così alla luce la meridiana posta sulla primitiva facciata romana.

Dal 1977 la cattedrale ospita una copia della Pietà di Palestrina, scolpita da Michelangelo, non avendo potuto riavere l'originale che dal 1938 si trova a Firenze, nella Galleria dell'Accademia.